CinemAmbiente

Pubblicato il: 26/06/2017 10:00
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Articolo a cura di Valentina Tibaldi

CinemAmbiente: riscaldamento globale e biodiversità

Calato il sipario sulla ventesima edizione del Festival CinemAmbiente. Dal punto di Luca Mercalli alle proiezioni luminose sulla Mole, l’evento è stato l’occasione per fare un bilancio sui cambiamenti climatici e sulle conseguenze delle azioni umane sull’ambiente e la biodiversità.

“I compleanni tondi inducono ai bilanci. In questi vent’anni la questione ambientale ha avuto un’accelerazione straordinaria. Certi pericoli, una volta solo paventati, sono purtroppo diventati drammatiche realtà”.

Gaetano Capizzi, direttore del Festival CinemAmbiente

E così, la ventesima edizione dell’evento cinematografico torinese è stata l’occasione per tirare le somme, su schermo e non solo, dell’evoluzione (o meglio “involuzione”, o persino “degenerazione”) del quadro ambientale globale nell’ultimo ventennio.

L’evento di apertura del festival, affidato a Luca Mercalli, è servito proprio a questo: fare luce su quanto il panorama climatico mondiale si sia modificato dagli anni Novanta ad oggi. Al centro del suo ormai consueto “Punto”, ha posto il riscaldamento globale e i suoi drammatici effetti, ormai evidenti e impossibili da ignorare. Usando, come filo conduttore, proprio i vent’anni di CinemAmbiente.

Quando il festival ebbe inizio nel1998, la CO2 in atmosfera era a 369 ppm; oggi abbiamo toccato quota 410 pp. Nel 1998 eravamo nel periodo geologico dell’olocene; ora siamo nell’antropocene. In questa nuova era, l’azione dell’uomo influenza i ritmi della Terra, la qualità delle risorse, il clima, la biodiversità. È, insomma, l’era delle conseguenze, risultato di decenni di scelte poco lungimiranti.

Non a caso, a seguire l’Ecotalk di Luca Mercalli è stato proprio il documentario “The Age of Consequences” di Jared P. Scott. Qui il tema del riscaldamento globale è analizzato dal punto di vista della sicurezza americana e internazionale. Il cambiamento climatico è un acceleratore di instabilità dai molteplici risultati: la siccità-diretta conseguenza del riscaldamento terrestre- è peraltro alla base delle grandi migrazioni e dei conflitti armati per il controllo dell’oro blu, con tutto quel che ne consegue per la civiltà occidentale.

Nell’era dell’antropocene, inoltre, animali e piante scompaiono a un ritmo vertiginoso rispetto al passato per effetto dell’azione umana. Per richiamare l’attenzione sulla tutela della biodiversità, CinemAmbiente ha organizzato, insieme al Museo Regionale di Scienze Naturali un’altra iniziativa, molto apprezzata dai fruitori dell’evento. Le “Visioni della sesta estinzione”, proiettando al calar della sera su una delle facciate della Mole Antonelliana foto di animali minacciati d’estinzione fornite da fotografi naturalisti di fama mondiale, hanno letteralmente acceso i riflettori su questa problematica.

Secondo quanto esplicitato in una nota diffusa dagli organizzatori, “la scomparsa di organismi è infatti qualcosa di irripetibile e di irreparabile, molto più grave del furto o della distruzione di opere d’arte umana“.

La serie di proiezioni sulla Mole Antonelliana è di fatto il prequel di una grande mostra, intitolata “Estinzioni. Biodiversità dei vertebrati in allarme rosso“, che il Museo realizzerà a novembre e che presenterà una selezione di esemplari zoologici, estinti o minacciati, spesso risalenti a epoche d’oro dell’esplorazione naturalistica.

Una volta in più, anche in questo 2017 di bilanci, il Festival CinemAmbiente ha coinvolto dunque Torino, trasformando il centro cittadino in una sorta di palcoscenico diffuso per tutte quelle tematiche ambientali che necessitano di esprimersi, in tutti i linguaggi possibili.