Comuni Ricicloni

Pubblicato il: 11/07/2017 10:00
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Articolo a cura di Jessica Simonetti

Comuni Ricicloni: al nord i più virtuosi d’Italia

Anche quest’anno il consueto appuntamento di Legambiente con i Comuni Ricicloni ha decretato i suoi vincitori: ecco le classifiche dei Comuni italiani che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti.

Nel corso dell’ultima giornata dell’EcoForum di Roma, Legambiente ha presentato il dossier relativo alla XXIV edizione di Comuni Ricicloni, l’iniziativa che premia le comunità locali, gli amministratori e i cittadini che hanno ottenuto i risultati migliori in tema di gestione rifiuti.

L’obiettivo primario di “Comuni Ricicloni” è di sensibilizzare pubblici e Istituzioni nei confronti della gestione e del riciclo dei rifiuti, incentivando tutte quelle best practice in grado di consentire una filiera circolare ed ecosostenibile.

A partire dall’edizione del 2016, il premio viene attribuito non più in base alla miglior percentuale di rifiuti riciclati, ma a chi produce meno rifiuto indifferenziato. Per essere considerato un Comune “rifiuti free”, la produzione di secco residuo non deve superare soglia 75 kg annui per abitante.

Il rapporto del 2017 mette in evidenza, ancora una volta, il gap tra Nord Italia e Centro-Sud nella gestione dei rifiuti. La maggior parte dei Comuni “rifiuti free”, infatti, è concentrato nel territorio settentrionale (82%); al Sud si colloca circa il 10% della quota restante e al Centro l’8%.

Parlando più nello specifico di dati, quest’anno gli Enti premiati da Legambiente sono 486, 39 in meno rispetto al 2016. C’è da dire, però, che molti Comuni di piccole dimensioni si sono fusi e che diversi Comuni campani non sono riusciti ad inviare i dati entro il tempo limite stabilito per la partecipazione.

Per ricostruire una mappatura geografica degli Enti premiati, il Veneto è la regione più virtuosa, dove il 29,2% dei Comuni sono rifiuti free rispetto al totale complessivo; a seguire, il Friuli Venezia Giulia con il 27,8% e il Trentino Alto Adige con il 18,7%.

Rimanendo al Nord, in aumento gli Enti lombardi rifiuti free, passati dai 76 dello scorso anno agli attuali 90, di cui ben 20 oltre i 10.000 abitanti. Di nuovo assente nella classifica la Valle d’Aosta, mentre rimangono pressoché costanti Friuli Venezia Giulia, Liguria ed Emilia Romagna.

Al Centro, il Lazio vanta tre Comuni in più rispetto allo scorso anno e l’Abruzzo registra un rovinoso calo delle presenze in classifica, passando dai 12 Enti dello scorso anno ai 5 del 2017.

I quattro capoluoghi di provincia rifiuti free, non a caso, provengono dalle tre regioni più virtuose d’Italia: si tratta di Pordenone, Treviso, Belluno e Trento.

Per il Presidente di Legambiente Rossella Muroni «anche le grandi città possono fare la differenza. Ce lo dimostra la città di Milano, prima metropoli italiana ad aver superato la soglia del 50% di raccolta differenziata, che ha domiciliarizzato il sistema della raccolta differenziata anche della frazione organica e che, con un milione e trecentomila abitanti serviti dal porta a porta, risulta prima metropoli in Italia e seconda in Europa dopo Vienna».

A proposito di grandi città, però, le criticità di Roma nella gestione dei rifiutisembrano non cessare.

Nella Capitale, secondo il Presidente Muroni, «la gestione dei rifiuti rimane un problema gravissimo che può essere risolto con poche azioni concrete: estendendo il porta a porta a tutta la città; costruendo impianti anaerobici per la gestione dell’organico con produzione di biometano; costruendo centri del riuso realizzati accanto alle isole ecologiche per intercettare i rifiuti prima che divengano tali e applicando la tariffa puntuale, secondo il principio “chi inquina paghi”».

Scendendo verso Sud, rientra nelle classifiche il comune di San Michele di Ganzarìa, nel Calatino, unico esponente della regione Sicilia. La Puglia rimane assente nelle classifiche e la Campania perde diversi comuni.

Un importante aspetto da sottolineare circa i comuni premiati è che la maggior parte di essi (circa l’83%) fanno parte di un consorzio o di una comunità montana. Un altro dato caratterizzante degli Enti “liberi dai rifiuti” fa riferimento all’introduzione di un sistema di tariffazione basato sulla quantità di rifiuto prodotto: sono ben 247 i comuni che hanno optato per la tariffa puntuale e 95 per quella normalizzata.