The Ocean Cleanup

Pubblicato il: 17/05/2017 09:00
Autore:

Si chiama Boyan Slat il giovane ragazzo, di soli 22 anni, che ha pensato e ora cerca di realizzare il progetto denominato The Ocean Cleanup. Nell'ultima conferenza stampa ha annunciato di essere in dirittura d'arrivo e che l'operazione potrà iniziare nel 2018 con un obiettivo "diminuire del 50% i rifiuti in cinque anni".

È quindi tutto pronto per ripulire la Great Pacific Garbage Patch, l'enorme isola di immondizia che si trova nell'Oceano pacifico. Boyan ha iniziato a lavorarci tanti anni fa e nel 2013, a soli 18 anni stupì il mondo con la sua geniale idea sulla pulizia degli oceani da migliaia di tonnellate di plastica che invece che essere gettata dall'uomo senza rispetto, ora potrebbe e dovrebbe essere nelle fabbriche che si occupano del suo riciclaggio per poter dar vita ad oggi utili a tutti noi nelle nostre vite e nel nostro quotidiano e non a galleggiare in un oceano.  

Il suo è uno dei progetti ambientalisti più vasti e ambiziosi mai realizzati sul pianeta Terra: si tratta di mettere in funzione una barriera con due grandi braccia a pelo d'acqua e a forma di V in grado di spingere la spazzatura che galleggia negli oceani in una area delimitata, dalla quale sarà poi semplice prenderla e riciclarla. Secondo le previsioni, se la tecnologia venisse resa operativa nella Great Pacific Garbage Patch, riuscirebbe a rimuovere in soli 10 anni almeno la metà dei 154 milioni di rifiuti e plastica dispersi. Senza la barriera di The Ocean Cleanup e dunque soltanto con l'aiuto delle correnti naturali, gli umani ci metterebbero 79mila anni a ripulire le acque dalla plastica.

The Ocean Cleanup sarà una struttura mobile, non ancorata al fondo marino: invece di usare un solo sistema per stabilizzare la macchina, se ne utilizzeranno diversi che le consentiranno di muoversi più lentamente della plastica. In questo modo, la raccolta di spazzatura potrà essere effettuata in minor tempo e con maggiore successo: "Questi sistemi galleggeranno o andranno alla deriva automaticamente dove si trova la plastica - ha affermato il giovane -. Invece di essere in grado di pulire il 42% di rifiuti in dieci anni, saremo in grado di pulire il 50% in cinque anni".

Con oltre 30 milioni di dollari raccolti nel corso del tempo, il progetto continua a crescere, nutrendosi delle speranze di donatori e benefattori. Speranze che Slat non vuole deludere: "Questa nuova tecnologia ci dà la possibilità di accelerare la produzione, lo sviluppo e l'estrazione di plastica dall'oceano. La prima parte è già in produzione e un test inizierà sulla costa ovest dell'America alla fine del 2017. Poi sarà la volta della Great Pacific Garbage Patch nella prima metà del 2018".