Pitture, pannelli, intonaci e colori per l'edilizia fatti con il latte, l'olio, l'uva, i carciofi... Con “spreco alimentare” di solito facciamo riferimento al pane non mangiato, alle trenta penne rimaste nel piatto, al latte scaduto buttato dai supermercati. Ma il cibo che arriva in tavola e finisce nel cestino è una minima parte del problema. Solo il 25% del carciofo, ad esempio, è commestibile: il restante 75% viene buttato in partenza. Su questo tipo di eccedenze, o “sottolavorazioni”, un'azienda sarda ha costruito un mercato inserendosi in un settore tra i più inquinanti, quello edilizio. Partendo dagli scarti agroalimentari - circa 300 materie prime - nascono prodotti per costruire case del tutto naturali e rispettosi dell'ambiente, grazie al circolo virtuoso che dona una nuova vita alle "fonti biologiche" solitamente sprecate.
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