Project Elpis

Il Project Elpis (parola greca che significa “speranza”) è un progetto messo a punto in questi mesi da alcuni studenti dell’Università di Edimburgo per consentire ai migranti e ai rifugiati di guerra che si trovano nei campi profughi greci di ricaricare i loro telefoni attraverso un impianto condiviso per la generazione di elettricità a partire dall’energia solare.



Al momento sono state installate due stazioni nel campo di Kara Tepe a Lesbo, che possono essere usate simultaneamente da ben 240 persone, permettendo ai migranti non soltanto di ricaricare il proprio smarthphone e comunicare con familiari e amici, ma anche di cercare ogni tipo di informazione utile a conoscere diritti, doveri e normative indispensabili per definire le loro prossime scelte o quelle che subiranno in seguito agli accordi tra Unione europea e Turchia.

Per Alexandros Angelopoulos, uno degli ideatori ventenni del progetto “Uno smartphone per chiamare casa, se casa c’è ancora, è la prima cosa che chiunque di noi porterebbe con sé su un’isola deserta. La seconda è un caricatore per la batteria”. Per questo “Aiutare le decine di milioni di persone che fuggono dalla guerra a comunicare con i loro cari è forse uno degli aiuti più importanti che si possono fornire loro, subito dopo acqua e cibo”.

L’idea è nata durante una visita a un campo profughi nell’isola di Samo: “Ero sempre circondato da persone che mi chiedevano il cellulare per poter chiamare casa - ha raccontato Samuel Kellerhals, 21 anni, compagno di studi e co-fondatore, assieme a Angelopoulos, del progetto Elpis - Abbiamo quindi pensato di fare qualcosa, utilizzando le energie rinnovabili”. Il problema, infatti, è comune a tutti i migranti che approdano sulle rive della vecchia ed inospitale Europa e la Grecia non fa eccezione. L’accesso all’elettricità nei campi sovraffollati dell’isola di Lesbo, da cui migliaia di persone provano ogni giorno a contattare parenti e famiglie nei paesi d’origine, fino a ieri era estremamente difficile e spesso non era gratuito.

Oggi grazie a questa “Elpis” è possibile e l'invenzione sembra destinata ad uscire ben presto dai soli confini greci. Come viene ricordato sul sito di Poject Elpis, infatti, “questo progetto pilota di recupero di energia rinnovabile dal sole potrà di qui a breve essere esteso a ogni latitudine e rendere possibile l’accesso all’elettricità per gli 1,2 miliardi di persone nel mondo che ne sono ancora privi”.

Un connubio tra progresso, sostenibilità, sobrietà e solidarietà che è sempre più importante, visto che come ci ha ricordato la Fondazione Pubblicità Progresso “In questi ultimi anni sono aumentati, anche grazie alla tecnologia, gli strumenti che stimolano l’adozione di comportamenti sostenibili e iniziative che limitano gli sprechi o meglio li trasformano in risorse solidali”. Elpis non è l'unica. Strumenti e applicazioni per misurare i propri consumi di acqua, piattaforme online per contrastare lo spreco alimentare da parte di cittadini e negozi, proposte di condivisione nell’era della sharing economy sono tutte nuove ed interessanti opportunità che stanno già contribuendo ad incentivare comportamenti sostenibili capaci di migliorare il pianeta, la vita e le relazioni tra le persone.

Approfondisci l'articolo di Alessandro Graziadei su Unimondo.org

Approfondisci il Progetto Elpis sul sito internet o sulla pagina FB

L'esempio che hai appena letto mette in pratica questo buon consiglio