Snact

Con i carrelli elevatori che spostano i pallet di frutta e verdura tra i venditori, e grida con accenti da ogni angolo del mondo, alle prime ore del mattino il mercato di New Covent Garden può sembrare un luogo ostile. Eppure è qui che gli entusiasti Ilana Taub e Michael Minch-Dixon hanno trovato l’ispirazione per utilizzare merci che altrimenti si butterebbero via, creando una merendina costituita da mele, banane, mango e altri frutti. I frutti respinti dai supermercati o coltivati in eccesso vengono impiegati per produrre tre gusti diversi di merendine Snact, un’alternativa salutare alle barrette di cioccolato e una soluzione allo spreco di milioni di tonnellate di frutta e verdura scartati ogni anno

“Abbiamo notato che al mercato, i commercianti, buttavano via la frutta che avevano, all’arrivo di una consegna più fresca, oppure se trovavano un paio di lamponi marci in un contenitore, scartavano tutto il contenuto, quindi abbiamo iniziato a recuperare la frutta buona”, spiega Minch-Dixon. 

I due amici si sono conosciuti sui banchi di scuola a Bruxelles, dove abitavano con le rispettive famiglie, poi ciascuno ha seguito la propria carriera, entrambi nel settore della sostenibilità, ma perdendosi di vista. Si sono ritrovati nel 2012 e si sono messi a cercare un’idea nel campo alimentare, per utilizzare una parte della montagna di frutta sprecata ogni giorno. 
Secondo le stime Onu, ogni anno si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, circa un terzo del volume prodotto, tra cui circa il 45% di tutta la frutta e la verdura. 

Ilana e Micheal hanno cominciato a cercare ispirazione nei mercati, dove ci sono cibi che non si possono vendere, come le banane troppo mature. Taub, poi, scoprì il “cuoio di frutta”, un’antica ricetta del ‘700 raccontata dalla storica Dorothy Hartley che consiste in una specie di pastiglia di mele cotogne, ricavata da una miscela “dura come il cuoio”. 

Il risultato è stato Snact, una merendina di frutta gommosa, venduta in sacchetti da 20g, con tre gusti: mela e lampone, mela e mango; mela, mirtillo e banana, prodotta con frutta che altrimenti sarebbe stata buttata via. La frutta viene frullata, spalmata ed essiccata in un disidratatore per otto ore prima di venire tagliata in pezzettini. 

“Prendiamo mele intere fresche, le frulliamo e le passiamo al setaccio in modo da eliminare i gambi e i semini, ma lasciare tutto il resto. Aggiungiamo purea di vari frutti, e anche le banane intere. Cerchiamo di minimizzare gli scarti, inoltre la buccia delle mele ha sostanza nutritive”, dice Minch-Dixon. 

La frutta proviene da agricoltori della contea del Kent, e comprende mele raccolte, ma senza un acquirente, perché in sovrabbondanza. Ad esempio un lotto di mele biologiche non si poteva vendere tramite i soliti canali perché leggermente troppo piccole per i supermercati. Altre mele vengono lasciate sugli alberi per mancanza di domanda, quindi Snact paga il costo del lavoro di raccolta, spendendo un po’ di più per dare un incentivo finanziario agli agricoltori. 

La frutta che si usa non è guasta, ma arriva da una “finestra” di produzione che non ne consente la vendita. “Non stiamo utilizzando mucchi di frutta marcia, c’è tanto buon cibo disponibile”, dice Minch-Dixon. 

La merendina Snact si vende a una sterlina al sacchetto, un prezzo simile ad altri prodotti del tipo, anche se il costo della frutta rappresenta tra il 20% e il 40% del costo totale. La componente alimentare incide solo per una minima parte sul prezzo complessivo. 

“Spesso la gente ci chiede perché Snact non costa meno visto che la frutta ci costa meno. Ebbene, la ragione principale è che la nostra produzione si svolge nel Regno Unito, mentre la maggior parte dei concorrenti produce in paesi con costi di lavoro bassi.”, spiega. 

“Se mai si dovesse arrivare al punto in cui non c’è più cibo scartato che possiamo usare, urrà. Saremmo riusciti nel nostro intento e cambieremmo sfida ambientale”, conclude Minch-Dixon. 

Fonti
www.theguardian.com by Shane Hickey
www.amapola.it by Elena Rossi


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