La batteria del futuro sarà al rabarbaro

Pubblicato il: 13/01/2017 09:00
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Articolo a cura di Jessica Simonetti

Naturali, ecologiche e a basso costo: è questo il futuro delle batterie immaginato da Green Energy Storage, giovane startup che, grazie ad una collaborazione con l’Università di Harvard, sta sviluppando un sistema innovativo per produrre energia pulita.

Le tradizionali batterie a litio potrebbero essere sostituite, entro il 2018, dalle nuove batterie definite a flusso, il cui vantaggio risiede nella possibilità di accumulare energia all’interno di serbatoi riempiti di una soluzione liquida ricca di elettroliti, molecole che trattengono le cariche elettriche.

Queste nuove batterie saranno alimentate dall’azione dei chinoni, molecole frutto del processo fotosintetico delle piante e facilmente estraibili dal rabarbaro. Ciò consentirà di maturare grandi risparmi sia in termini economici, sia in termini di efficienza energetica.

“Il brevetto acquisito dall’Università di Harvard a ottobre 2015 – dichiara Salvatore Pinto, Presidente di Green Energy Storage – rappresentava una sfida interessante quanto complessa. La sua tecnologia innovativa veniva rappresentata da un prototipo della potenza di 1 Watt, ancora da ingegnerizzare e validare sul campo. In un solo anno siamo riusciti, grazie a un team di eccellenza composto da ricercatori e ingegneri italiani e internazionali, a creare non un unico prodotto, ma una famiglia di batterie che parte da una capacità di 3kW per arrivare fino a 10kW e oltre”.

La necessità di investire nelle fonti di energia alternative ribadita anche dalla Startup trentina cammina di pari passo con le previsioni dell’International Energy Agency: l’ente intergovernativo stima che, entro il 2021, il 28% dell’energia mondiale sarà prodotta sfruttando il fotovoltaico e gli impianti eolici onshore.

Per favorire questa “rivoluzione energetica” la Green Energy Storage ha scelto come partner Sorgenia, uno dei maggiori operatori energetici italiani, per testare sul campo le nuove batterie.

“Siamo convinti che da qui a pochi anni lo storage consentirà una nuova trasformazione nel modo di produrre e utilizzare l’energia”, dichiara Gianfilippo Mancini, CEO di Sorgenia. “Lo sviluppo di soluzioni economiche ed eco-compatibili di stoccaggio dell’energia – continua Mancini – consentirà infatti ai consumatori di immagazzinare la propria autoproduzione rinnovabile e, grazie anche a software evoluti di dispacciamento e di controllo dei propri consumi, di rendersi autonomi dalla rete elettrica”.

La nuova batteria a flusso organico gode del sostegno delle Istituzioni e della comunità scientifica: la Provincia Autonoma di Trento ha destinato tre milioni al progetto, a cui si aggiungono i due milioni della Comunità Europea.

Tali investimenti, uniti al potere della scienza, consentiranno lo sviluppo, entro i prossimi quattro anni, di questo sistema innovativo per l’accumulo e lo sfruttamento dell’energia rinnovabile.